IO E LA CASSETTA DI TRIGLIE
Spiegare i miei quadri è sempre un momento per me molto coinvolgente. Significa spiegare me stesso, il mio mondo interiore, le mie emozioni.
Sin da piccolo ho sempre amato molto fantasticare, sognare a occhi aperti per creare storie o situazioni nuove. Andando avanti con gli anni ho dovuto prendere atto che purtroppo nella vita reale non sempre si riescono a realizzare i propri desideri e le proprie fantasie. Per fortuna io ho sempre avuto con me la pittura e con quella ho potuto raffigurare e rendere concreto tutto ciò che nasceva dalla mia immaginazione.
La pittura è il mio strumento di libertà. All’inizio cercavo di realizzare il “quadro perfetto” quello capace di stupire la gente e il mondo intero. Con la mia pittura di matrice tonale cercavo il modo di far balzare gli oggetti fuori dalla tela o creare l’illusione di entrare nelle tele stesse attraverso l’uso del colore e della luce per realizzare uno “spazio prospettico” o un “effetto plastico”. Nascono in questo periodo opere in sequenza, quasi delle scenografie, con i miei grandi vigneti e i miei noccioleti senza fine dove puoi percepire i silenzi e riuscire a perderti in essi.
Continuando la mia ricerca per la costruzione di lavori che comprendessero anche lo spazio circostante, ho cominciato a progettare lavori sempre più articolati, utilizzando anche sagome di legno, che avessero l’obiettivo di andare oltre il limite definito dalla tela stessa: un modo completamente nuovo di approcciarsi al dipinto, per instaurare un vero e proprio dialogo con l’oggetto e lo spazio raffigurato ed esserne direttamente parte.
Ecco è questo il mio progetto pittorico: dipingere un piccolo mondo tridimensionale.
